Alla fine degli anni '60 sono cominciate le lotte per i diritti sul lavoro, per l' emancipazione della donna; i nostri genitori hanno lottato per riuscire a garantirci qualche sicurezza in più. Biologicamente, però, è ancora la donna che mette al mondo i figli e sembra che questa sia una enorme discriminante, almeno in Italia.
Siamo nel 2020 e dagli anni '60 sono passati quasi 60 anni. E non è cambiato niente. Lasciatemelo dire. Certo, non esistono più le dimissioni in bianco, non esistono più i datori di lavoro "padroni" (circa), abbiamo diritto a ferie, malattia, maternità, sindacati. Eppure le donne sono sempre un gradino di sotto, sebbene statisticamente lavorino meglio, facciano meno assenze e vengano pagate di meno a parità di mansione.
Ma ho scoperto l'acqua calda, giusto? Noi siamo donne, ce la facciamo lo stesso. E quindi organizziamo la nostra vita di modo che la maternità incida il meno possibile sul lavoro, molte addirittura pianificano la maternità in base alle necessità del lavoro, rientriamo presto dal congedo, ci tiriamo il latte in pausa pranzo, affidiamo il nostro futuro (=figli) a nidi e babysitter perché i nonni stanno ancora lavorando. Garantiamo la flessibilità, facciamo lo stesso i nostri straordinari tornando a casa distrutte e trovandoci pure a gestire casa e bambini con (sacrosante!) necessità da bambini. Se abbiamo scelto il compagno con cura, ci aiuterà in tutto questo. Ma non sono tutte così fortunate.
E poi arriva la pandemia.
E i nostri 60 anni di lotte se ne vanno al suono di uno sciacquone. Perché le scuole chiudono, i nidi chiudono, le aziende (alcune) restano aperte, le altre riapriranno presto e il governo non farà un tubo per noi. Questa volta ci hanno elargito un bonus babysitter da 600€ (=1 settimana di babysitter full time) o 15 giorni di congedo pagato al 50%. Io l'ho usato e ho perso circa 400€ di stipendio, cosa sarà mai, il costo dell'affitto. Ma le scuole non resteranno chiuse per 15 giorni. Resteranno chiuse per 6 mesi.
Naturalmente, saranno le mamme a pagare. Perché di certo un papà non chiederà un congedo in azienda (passerebbe per un fannullone, provateci!), e le mamme si troveranno a casa, a lavorare in smartworking nella migliore delle ipotesi, seguendo contemporaneamente casa, figli in videolezione, compiti, spesa con mascherina ecc. Ma questa è la migliore delle ipotesi. Perché ci saranno quelle costrette a mettersi in aspettativa, o a dimettersi. Perché 6 mesi sono tanti, e sembra che questo aspetto non interessi proprio a nessuno.
E la ciliegina sulla torta sapete quale sarà? Sarà il/la solito/a benpensate (SENZA figli) che dirà "Hai voluto i figli? Ora organizzati. Potevi fare a meno di farli se non volevi occuparti di loro".
Fine della riflessione.
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