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domenica 7 novembre 2021

Quanto contano le opinioni (altrui)

E qui potrei scoperchiare il vaso di Pandora.

Dove sono stata per un anno e mezzo? Meh, lo racconterò un po' alla volta, suppongo. 

È un po' che rimugino sul fatto di abbandonare o meno il mondo dei social. Un anno e mezzo fa giravano arcobaleni, ipocritissimi slogan buonisti (su, seriamente, siamo quelli che aspettano che il vicino abbandoni il pianerottolo per uscire di casa e ci aspettavamo davvero che sarebbe andato tutto bene??), canti dai balconi ecc ecc. Ho ascoltato performance canore che ancora fanno da colonna sonora ai miei incubi, ho letto post dai contenuti ancora più assenti della loro già provata grammatica (la mia miopia ringrazia), sono uscita dai vari gruppi creati in tempo di covid dove l'importante era solo la polemica. E adesso, adesso che vedo che le fazioni sono ben delimitate e non me la sento di prendere una posizione precisa (non collimerebbe con la mia personalità), beh adesso sto davvero pensando di chiudere baracca e burattini e salutare il mio profilo di Facebook.  

In tutto questo, la goccia che fa traboccare il vaso è la ricomparsa dal passato di una persona di una determinata fede religiosa, ricordando i vecchi tempi trascorsi con mia madre e chiedendomi la mia opinione sui fatti attuali.
Peccato che, una volta iniziato a parlare, io sia stata bruscamente interrotta lasciandomi con la mia bella opinione sulla punta della lingua. 

Perché la nuda verità è che della mia opinione, come di quella di tutti gli altri, non frega niente a nessuno. La mia opinione non combacerà mai con quella di nessun altro, e lo scambio di idee, in questo periodo di s-personalizzazione (si può dire?), beh non va più di moda. Abbiamo un po' tutti la verità in tasca, chi più chi meno, e non la abbandoneremo solo perché qualcuno "deve esprimere la sua opinione". 

Tutto questo mi ha fatto riflettere non poco, la mia testa continua a girare come un frullatore con una lama sbeccata, facendo anche un rumore fastidioso.
Esiste ancora la possibilità di parlare con qualcuno senza imporsi? Abbiamo ancora questa capacità o l'abbiamo persa tra un #andratuttobene e un #celafaremo? O forse l'avevamo già persa prima ma ero troppo impegnata a lavorare per accorgermene?

Ovviamente se pubblicassi questa riflessione su Facebook si creerebbero polemiche a profusione, verrei probabilmente inquadrata in qualche forma di idea politica o sanitaria e passerei alcune ore a tentare di spiegare che, fondamentalmente, non sto dicendo nulla, non sto esprimendo opinioni o giudizi. Sto solo amaramente constatando la realtà dei fatti: piaccia o non piaccia siamo sempre più analfabeti e grezzi, almeno sui social.

Godetevi questa serata tardo-autunnale. Nel mio piccolo angolo di mondo c'è una stellata bellissima. 


domenica 3 maggio 2020

Il piede di Damocle

Stanotte ho realizzato quanto dovesse essere psicologicamente estenuante la tortura della spada di Damocle. Lo so, è un modo di dire di uso comune, ma non saprai mai, mai!, cosa significhi realmente fino a quando non ti troverai esattamente in quella posizione. Che è la posizione in cui mi sono trovata diverse volte, ma stanotte in particolare. 

È piccolo, è freddo, è puntato sulla tua schiena ma ancora non spinge. È il piedino di tua figlia quasi dueenne, che dorme esclusivamente nel lettone tra te e tuo marito, e di recente sta sperimendando il sonno orizzontale. La testa, guarda caso, finisce sempre verso tuo marito, che si trova a dover far perno con la mano sul pavimento per tentare di risalire dopo aver preso una craniata degna di un ariete con il prurito. I piedi sono puntati verso la tua schiena, perché, pur di non prenderli sul naso, ti sei girata sul fianco contrario (anche se lo odi). È piena notte, sotto le morbide coperte c'è quel tepore conciliatore che ti coccola dolcemente e tu non hai proprio voglia di svegliarti per cambiare posizione, ma ecco che la dueenne si muove. Senti il piede spingere lentamente sulla tua spina dorsale ma poi si ferma. Il piede rimane in posizione, tiri un sospiro di sollievo e chiudi gli occhi, riabbandonandoti nelle braccia di Morfeo. Ma la dueenne si gira, ti pianta il piede in mezzo alla schiena, tira una zuccata sul petto del padre, si allunga e al grido di "VIA! " scalcia via le coperte, facendoti arrivare un'ondata di aria gelida che ti scatenerà una sonora colica (solo dopo esserti riaddormentata). Nel frattempo il padre riprende a respirare battendosi un pugno sul petto, bestemmia qualcosa di incomprensibile, ruota la duenne nella sua posizione originale e tira su le coperte. 

Andrà avanti così fino al mattino, quando ti alzerai con due occhiaie degne di una valigeria, stanca più della sera precedente, brancolando alla ricerca di una tazza di caffè. 

Buongiorno! 

venerdì 1 maggio 2020

Avanzi per colazione!

A casa abbiamo la macchina del pane, e devo dire che è uno di quegli acquisti azzeccati che rifarei mille volte. Non tanto per me, è deleterio avere tutto quel glutine a zonzo per la cucina, quanto per il resto della famiglia. Ho anche imparato a congelare il pane avanzato ma, a volte (molto raramente, se devo essere sincera), mi avanza del pane e si indurisce.

Un buon modo per utilizzare il pane raffermo è darlo alle galline. Un altro buon modo, anche se meno salutare, è farci le frittelle di pane. 

È sufficiente tagliare il pane a fette, ammollarlo velocemente nel latte (anche latte vegetale), passarlo nell'uovo battuto e friggerlo. L'importante è ammollare il pane per pochi secondi e friggerlo subito, di modo da non inzupparlo. Una volta cotte, le frittelle vanno rotolate nello zucchero semolato.

Colazione servita!

giovedì 30 aprile 2020

Tutti i segreti di Miss Apple Pie

Miss Apple Pie non è una bambola. È una chihuahua di circa 4 mesi, dolce e cara come poche. È anche una birbante, e ama rosicchiare le cose con quei piccoli dentini, soprattutto i piedini della mia terzogenita (che si ostina a camminare scalza per casa, seminando calzettini in ogni dove). Lei e Miss Apple Pie sono inseparabili, vivono in simbiosi. Se la piccola dorme, Miss Apple Pie la sveglia. Se Miss Apple Pie dorme, è la piccola ad andare a disturbarla (in quel caso, la cagnolina ringhia però! Chiwi sì, ma non stupida!). Si seguono per casa e giocano sul tappetone con gli stessi giocattoli. Un chihuahua può davvero essere un ottimo compagno di giochi per una dueenne.

Nessun chihuahua è stato maltrattato per questa foto. Anzi, non voleva più scendere dalla decappottabile di Barbie.

Questa cagnolina è così piccina che si infila dappertutto, e si diverte moltissimo a tirare fuori gli oggetti sparsi sotto i letti, nella fattispecie sotto il letto della nostra adolescente gacha-tuber, che è convinta che riordinare la camera significhi nascondere tutto (sotto il letto, nell'armadio...) e chiudere la porta (con se stessa all'interno della camera). 

E fu così che nella cuccia di Miss Apple Pie trovai, in una sola mattina: una ciabatta di Totoro, una t-shirt con frasi inequivocabilmente da ragazza, un cerchietto rosa con le orecchie da gatto, un calzino spaiato, uno stivaletto (ancora mi chiedo come ce l'abbia portato, pesa più di lei!) e un cavo di caricabatterie per cellulare.

Il prossimo chihuahua si chiamerà Roomba, ho capito. 

Ciao! 

mercoledì 29 aprile 2020

Ecco come faccio il mio eco-bucato

In effetti questo post non è nulla di particolare. Ma se lo avessi trovato quando ho iniziato il mio eco-percorso, per me sarebbe stato tutto MOOOOLTO più semplice! Infatti per "creare" questo mix (che poi non ho creato proprio nulla) ho dovuto cercare tra post di Facebook estremisti e blog di pannolini lavabili et similia per mesi. Alla fine, e dopo diversi (molto diversi!) bucati, sono giunta alla conclusione che questa è la mia ricetta. Funziona, lava, non profuma, proprio come piace a me.

Se cercate un bucato che sa di pulito, o di fiori, o di qualsiasi cosa, smettete di leggere. Quelli sono tutti profumi che vengono aggiunti (sì, anche il famoso "profumo di pulito"). Io al massimo aggiungo una parte di sapone di Marsiglia, ma nessun profumo. E il risultato è neutro: la biancheria non puzza, ovviamente, ma non profuma. Non sa di nulla! Piuttosto userò della lavanda nei cassetti, ma a me sta benissimo così. Nessuno si è mai lamentato degli odori sgradevoli e i miei mal di testa da troppo profumo ringraziano. 

Leggerete (altrove) di aggiungere oli essenziali nella vaschetta della lavatrice, ma non fidatevi. Innanzitutto non fanno bene alla nostra pelle, sono troppo intensi. In secondo luogo, non si sentono nel bucato perché sono oli e non si sciolgono nell'acqua.

Ma veniamo a noi. 

Questi sono i miei 3 amici di lavatrice.

Il sapone Alga è un sapone ecologico, realizzato solo con olio di cocco e glicerina, biodegradabile e ha un costo di circa 1€ a panetto. Io lo uso così: metto a bollire circa 1.5 - 2 litri di acqua, ci sciolgo 2 panetti di sapone e lascio raffreddare. Aggiungo 2 cucchiai di bicarbonato e travaso in una bottiglia. E questo è il mio detersivo per la lavatrice. Se ho voglia di fare qualcosa di diverso, magari metto un po' di sapone di Marsiglia in scaglie nell'acqua bollente, ma onestamente si scioglie con più difficoltà ed evito di farlo il più possibile. Basta un misurino per i pannolini, che richiedono meno sapone, 2 per il bucato normale (io però ho una lavatrice da 9 kg). 

Al posto dell'ammorbidente, nella vaschetta della lavatrice verso 1 cucchiaio di acido citrico. La tanica in foto costa circa 15€ ma mi dura una vita, se ne trovano di diverse marche e costi (fate attenzione perché le bustine che si trovano in commercio costano un occhio in proporzione!). Il bucato esce morbido e la lavatrice disincrostata. Potete anche scegliere di preparare una bottiglia di acido citrico già disciolto in acqua, ma io mi trovo meglio con i cucchiai. Magari farò un post a parte sugli usi dell'acido citrico, è un prodotto veramente versatile. Potete sostituire l'acido citrico con l'aceto di vino bianco; io però ve lo sconsiglio. In quel caso, resta un odore piuttosto intenso ed è inoltre ormai assodato che l'aceto è molto inquinante (sempre meno di un ammorbidente classico, comunque). 

Il percarbonato, invece, lo uso per igienizzare. Quindi ne metto 1 cucchiaio nella vaschetta del prelavaggio o del sapone (MAI con l'acido citrico, che deve stare da solo) quando lavo i pannolini, gli assorbenti lavabili, i vestiti da lavoro di mio marito. Oppure si può usare allo stesso modo come sbiancante, quindi con i capi bianchi. Si può anche mettere al posto del bicarbonato nel sapone Alga ma ricordate poi di non usare quel sapone per i capi colorati perché, a lungo andare, andrebbe a scolorirli. La confezione in foto costa circa 4€, ma anche quella dura parecchio. 

E questo è tutto! Spero di esservi stata utile! Ciao! 

martedì 28 aprile 2020

¡Bigoli in salsa!


Ecco uno dei miei piatti preferiti, che piacciono anche ai più piccoli e ai meno grandi di casa. Sono di una semplicità disarmante, e sono buonissimi. Inoltre, posso dirlo? Sono il cavallo di battaglia della cucina veneta! Io sono veneta per metà e questa è la versione che conosco io (probabilmente ce ne saranno altre in giro).

Per 4 persone, avrete bisogno di 500g di bigoli (se non li trovate potete usare bucatini o spaghetti grossi meglio se integrali), 1 vasetto di acciughe (8/9 filetti), 300g di cipolle (io ne metto 4), olio evo, sale e pepe qb. 

Affettate le cipolle molto finemente. Lo so, vi servirà una maschera a gas, ma ne vale la pena, fidatevi. Quando vi sarete ripresi dal trauma e avrete smesso di piangere, in una wok o in un saltapasta versate 2/3 cucchiai di olio e aggiungete le cipolle, che dovranno appassire a fuoco lento senza bruciarsi. Potete anche aggiungere poca acqua in questa fase. 
Parallelamente, cuocete la pasta. 
Quando le cipolle saranno quasi trasparenti, aggiungete le acciughe. Se sono acciughe sotto sale fate bene attenzione a dissalarle con cura. Io preferisco usare le acciughe sottolio, ben sgocciolate. Portate avanti la cottura fino a quando i filetti si saranno sciolti, aggiungendo acqua della pasta se necessario. Regolate di pepe. 
Versate i bigoli nella salsa e servite caldo!

Variante: se vi piace, al posto delle acciughe potete usare le sarde, facendo ben attenzione a togliere la lisca. Il sapore sarà più intenso.

Per i più temerari, è possibile realizzare in casa i bigoli, il risultato sarà sicuramente più gustoso.

Buon appetito! 

lunedì 27 aprile 2020

Una riflessione sull'essere mamma lavoratrice nel 2020

Post serio. Non metto nemmeno la foto, da tanto è serio.

Alla fine degli anni '60 sono cominciate le lotte per i diritti sul lavoro, per l' emancipazione della donna; i nostri genitori hanno lottato per riuscire a garantirci qualche sicurezza in più. Biologicamente, però, è ancora la donna che mette al mondo i figli e sembra che questa sia una enorme discriminante, almeno in Italia.

Siamo nel 2020 e dagli anni '60 sono passati quasi 60 anni. E non è cambiato niente. Lasciatemelo dire. Certo, non esistono più le dimissioni in bianco, non esistono più i datori di lavoro "padroni" (circa), abbiamo diritto a ferie, malattia, maternità, sindacati. Eppure le donne sono sempre un gradino di sotto, sebbene statisticamente lavorino meglio, facciano meno assenze e vengano pagate di meno a parità di mansione.

Ma ho scoperto l'acqua calda, giusto? Noi siamo donne, ce la facciamo lo stesso. E quindi organizziamo la nostra vita di modo che la maternità incida il meno possibile sul lavoro, molte addirittura pianificano la maternità in base alle necessità del lavoro, rientriamo presto dal congedo, ci tiriamo il latte in pausa pranzo, affidiamo il nostro futuro (=figli) a nidi e babysitter perché i nonni stanno ancora lavorando. Garantiamo la flessibilità, facciamo lo stesso i nostri straordinari tornando a casa distrutte e trovandoci pure a gestire casa e bambini con (sacrosante!) necessità da bambini. Se abbiamo scelto il compagno con cura, ci aiuterà in tutto questo. Ma non sono tutte così fortunate. 

E poi arriva la pandemia.

E i nostri 60 anni di lotte se ne vanno al suono di uno sciacquone. Perché le scuole chiudono, i nidi chiudono, le aziende (alcune) restano aperte, le altre riapriranno presto e il governo non farà un tubo per noi. Questa volta ci hanno elargito un bonus babysitter da 600€ (=1 settimana di babysitter full time) o 15 giorni di congedo pagato al 50%. Io l'ho usato e ho perso circa 400€ di stipendio, cosa sarà mai, il costo dell'affitto. Ma le scuole non resteranno chiuse per 15 giorni. Resteranno chiuse per 6 mesi. 

Naturalmente, saranno le mamme a pagare. Perché di certo un papà non chiederà un congedo in azienda (passerebbe per un fannullone, provateci!), e le mamme si troveranno a casa, a lavorare in smartworking nella migliore delle ipotesi, seguendo contemporaneamente casa, figli in videolezione, compiti, spesa con mascherina ecc. Ma questa è la migliore delle ipotesi. Perché ci saranno quelle costrette a mettersi in aspettativa, o a dimettersi. Perché 6 mesi sono tanti, e sembra che questo aspetto non interessi proprio a nessuno. 

E la ciliegina sulla torta sapete quale sarà? Sarà il/la solito/a benpensate (SENZA figli) che dirà "Hai voluto i figli? Ora organizzati. Potevi fare a meno di farli se non volevi occuparti di loro". 

Fine della riflessione.